Monti Invisibili

Pizzo Deta

Quota 2.041 m

Data 20 febbraio 2021

Sentiero segnato

Dislivello 1.152 m

Distanza 13,41 km

Tempo totale 8:05 h

Tempo di marcia 6:35 h

Cartografia Il Lupo Monti Ernici

Descrizione Da Pozzi di Campoli (1.093 m) per la Valle Broccolo, Forca Palomba (1.550 m, +1,04 h), Monte delle Scalelle (1.837 m, +47 min.), Monte Fragara (2.005 m, +37 min.), Vado della Cornacchia (2.016 m), Monte del Passeggio (2.064 m, +42 min.), Monte Pratillo (2.007 m, +48 min.) e Pizzo Deta (2.041 m, +28 min.). Ritorno per il Fosso della Fragna, Prato di Campoli (1.143 m, +1,55 h) e Pozzi di Campoli (+14 min.). Splendido anello in ambiente abbondantemente innevato su neve ben portante con necessità di ramponi. Giornata estremamente calda, quota neve 1.300 m.

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Traccia GPS

07pizzodetadislivello
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058 Prato di Campoli

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056 Damiano John Mizu

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055 Pizzo Deta

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054 Scialpinista

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051 Scialpinista

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049 Verso Pizzo Deta

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048 Verso Pizzo Deta

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047 Monte Pratillo

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046 Da Monte Pratillo

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044 Monte Pratillo

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043 Monte Pratillo

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041 Verso Monte Pratillo

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040 Da Monte del Passeggio

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039 Da Monte del Passeggio

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038 Monte del Passeggio

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037 Verso Monte del Passeggio

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036 Verso Monte del Passeggio

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035 Verso Monte del Passeggio

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034 Verso Monte del Passeggio

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033 Verso Monte del Passeggio

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031 Majella Pratillo Deta

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028 Verso Monte del Passeggio

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026 Majella Pratillo Deta

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025 Verso Monte del Passeggio

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024 Marco

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023 Monte Fragara Damiano Mancin

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021 Monte Velino

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020 Pizzo Deta

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019 Verso Monte Fragara

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018 Monte Velino

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017 Verso Monte Fragara

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016 Da Monte delle Scalelle

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015 Monte Pratillo e Pizzo Deta

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014 Verso Monte delle Scalelle

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013 Verso Monte delle Scalelle

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009 Verso Monte delle Scalelle

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008 Verso Monte delle Scalelle

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007 Verso Monte delle Scalelle

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006 Verso Monte delle Scalelle

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004 Verso Forca Palomba

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003 Valle Broccolo

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001 Pozzi di Campoli

Pizzo Deta, 20 febbraio 2021. È con un misto di attesa e preoccupazione che viaggio solo nella notte alla volta di Prato di Campoli. Proprio ieri sono stati ritrovati – dopo quasi in mese – i corpi dei quattro escursionisti travolti da una valanga nella Val Majelama ed io non so quali saranno le condizioni della neve che affronterò. Un inverno così nevoso non si vedeva da anni in Appennino, e se questo ha reso il territorio più magico, lo ha fatto anche più pericoloso, soprattutto per un camminatore solitario.

Sono da poco scoccate le sette quando, con equipaggiamento pesantissimo (piccozza, ramponi e ciaspole), mi avvio nella brinata radura di Pozzi di Campoli. Il passaggio delle Scalelle (il primo che mi preoccupa) già riluce fuori dal bosco.

Procedo ripido nella Valle Broccolo, fra alberi luminosi che presto s’immergono in una neve sempre più dura. Se temevo di sprofondare, invece ai 1.550 metri di Forca Palomba medito già di calzare i ramponi. Sopra di me un altro camminatore lo sta facendo e in breve sono anche io sui ferri.

Socializzo con Damiano e procediamo di conserva sulla neve croccante e sassosa delle Scalelle. Mentre saliamo un mondo fatato di bianco si apre allo sguardo, sopra boschi che sono trame di un tessuto: dalla Monna, al Velino, alla Majella, al più lontano Miletto.

Dai 1.837 metri del Monte delle Scalelle intraprendiamo una lunga traversata fra onde di cresta, su un manto che avvertiamo di notevole spessore, ornato di riccioli e cornici protesi nel vuoto. Neve dura e portante, caldo inusuale e opprimente, il peso trascina le gambe ma l’animo è lieve alla vista. Camminatori e sciatori per tutti i versanti.

Il Monte Fragara è un panettone glassato e ancora fra creste e cornici eccoci ai 2.064 metri del Monte del Passeggio, dove anche il Gran Sasso si unisce al consesso delle vette.

A fil di confine sul Vallone del Rio sfiliamo verso est, fra cornici che si fanno se possibile ancora più aggettanti e possenti. La neve inizia ad ammollarsi e lunghe crepe da trascinamento suggeriscono di stare ben lungi dal bordo. Mentre risaliamo con fatica al Monte Pratillo notiamo sotto di noi un buontempone fermo alla radice di una cornice. Poco dopo si avvia deciso verso l’orlo e noi cacciamo un urlo da far franare la montagna.

L’aguzza piramide del Deta ci attende. La vetta è densa di camminatori e sciatori e dopo il pranzo ci accompagnamo anche con John e Mizu. Sotto un sole implacabile scendiamo ripidi per lo specchio ustorio del paginone meridionale. Salviamo una ragazza avviata su un’altra cornice, assistiamo a duecento metri di scivolata senza conseguenze di un tizio e, dopo l’incontro fortuito col mio vecchio commilite Giancarlo, riposiamo le gambe sulle soffici erbe di Prato di Campoli. Mi piace il verde, ma anche il bianco non è male.