Monte Fragara
Quota 2.005 m
Data 3 marzo 2012
Sentiero segnato
Dislivello 1.002 m
Distanza 9,84 km
Tempo totale 5:25 h
Tempo di marcia 4:12 h
Cartografia Il Lupo Monti Ernici
Descrizione Da quota 1.077 della strada per Prato di Campoli per Valle Broccolo, Forca Palomba (1.542 m, +1,20 h), monte delle Scalelle (1.837 m, +46 min.) e la vetta (+31 min.) Ritorno per la Costa dei Fiori, Prato di Campoli e la macchina (+1,35h). Giornata serena e calda con neve da 1.100 m.
Monte Fragara, 3 marzo 2012. E sono 200! Anche il gruppo dei Simbruini-Ernici è momentaneamente archiviato e il titolo onorifico di Grande Appenninista conquistato.
Dopo la caduta di fine gennaio – della quale porto ancora i segni – l’incidente sul Gran Sasso che è costato la vita a un escursionista aquilano e la grande nevicata del 3 febbraio 2012, è con un po’ di timore che mi sono riaffacciato sui monti. In effetti il caldo degli ultimi giorni ha livellato la neve e la salita non ha presentato problemi, ma inizio ad avvertire la necessità di un compagno con cui condividere il cammino e il desiderio di primavera ed estate. Forse l’età, forse i lunghi anni di viaggi e cammino solitari, ma ho voglia di condividere la bellezza della montagna, il desiderio di fiori e di prati, di colori e di verde, degli odori delle piante e della terra grassa e umida.
Comunque, dopo una notte insonne grazie a Vittoria nel lettone, alle 5 ero già in viaggio verso lo splendido pianoro di Prato di Campoli. La Grande Nevicata ha fatto più danni in basso che in alto e alle 7 sono già in marcia su una neve poco profonda sulla quale spicca l’assenza delle usuali impronte animali. Emergo dal bosco ai 1.542 metri di forca Palomba e la vista della lontana pianura immersa nella nebbia dalla quale emerge come un’isola l’abitato di Fumone, è uno spettacolo che non smette mai di stupire.
Il ripido crinale verso il monte delle Scalelle è sul bordo della neve e la salita sulle agili rocce è rapida e comoda. Sotto il sole radioso di una calda giornata, inizia a spirare un gelido vento occidentale, mentre, costretto ai ramponi dagli ultimi 40 metri di quota, giungo ai 2.005 metri del monte Fragara: mio 200° duemila. La sensazione è di aver scavallato l’ultima anticima, che da qui verso quota 238 ci sia solo un altopiano con dolci ondulazioni.
Dietro la sella fra il monte del Passeggio e il pizzo Deta emerge imponente e vicino l’amato Velino, già abbondantemente roccioso nella sua assolata parete sud.
Il vento gelido mi induce a una subitanea partenza e l’immersione nell’assolato e innevato vallone della Costa dei Fiori è un cammino in un forno ustorio che però in breve mi reca di nuovo a Prato di Campoli, dove alle 11,20 un sigaro toscano suggella il traguardo conquistato.