Monti Invisibili

Pizzo Deta

Quota 2.041 m

Data 31 ottobre 2015

Sentiero segnato

Dislivello 1.522 m

Distanza 16,20 km

Tempo totale 7:37 h

Tempo di marcia 6:33 h

Cartografia Il Lupo Monti Ernici

Descrizione Da Rendinara (920 m) per il Vallone del Rio, il Fontanile Pretestrette (1.025 m, +8 min.) e il vicino bivio per La Lota, La Lota (1.930 m, +2,03 h), Monte Ginepro (2.004 m, +17 min.), Monte Cappello (1.981 m, +10 min.), la Sella di Monte Brecciaro (1.838 m, +20 min.), Monte del Passeggio (2.064 m, +30 min.), Monte Pratillo (2.007 m, +30 min.) e Pizzo Deta (2.041 m, +20 min.). Ritorno per il bivio su Monte Pratillo (+15 min.), il Vallone del Rio, il Rifugio Fracassi (1.321 m, +1,15 h) e Rendinara (+45 min.).

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Traccia GPS

07 pizzo deta dislivello.jog
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029 Vallone del Rio

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028 Vallone del Rio

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025 Vallone di Peschiomacello

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023 Pizzo Deta

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021 Con Claudio Cecilia

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020 Prato di Campoli

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019 Monte Pratillo e Pizzo Deta

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018 Monte del Passeggio

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016 Monte del Passeggio e Pizzo Deta

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014 Monte Ginepro

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013 Gruppo del Velino

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011 La Lota

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010 Rendinara

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008 Verso La Lota

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007 Verso La Lota

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006 Verso La Lota

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005 Verso La Lota

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004 Verso La Lota

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003 Vallone del Rio

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002 Vallone del Rio

Pizzo Deta, 31 ottobre 2015. Cerco sempre il sole per le mie avventure, magari con qualche scenografico nembo che renda più suggestivi gli scatti.
Eppure, ripensandoci bene, non è che le giornate perturbate siano state meno piacevoli, con boschi brumosi immersi nelle nebbie e le creste che lasciano trapelare piccoli scorci di paesaggio, confusamente trasfigurati su uno sfondo di nuvole instabili.
Sono appunto queste le condizioni mentre da Rendinara mi avvio nel multicromatico Vallone del Rio, le cui terre alte si perdono lontane in un tetto di nubi. Pochi minuti di agevole carrareccia per il Fontanile Pretestrette e il limitrofo bivio che mi immerge in un erto bosco d'autunno. Il sentiero, vagamente segnato e confuso da tracce animali, si arrampica senza sosta con ripidi tornanti in una fredda faggeta ammantata di malinconia, aggirando con stretti camminamenti verticali fasce rocciose.
Due ore di ininterrotto cammino per il ventoso crinale, confine naturale fra Abruzzo e Lazio, e i 1.930 metri de La Lota – che non mi astengo dal raggiungere – la cui croce si specchia tremula nelle acque di un estemporaneo laghetto.
Dalla maglietta passo repentino a camicia, giacca, guanti e cappello e mentre il Velino risplende di sole e il Viglio si eleva oscuro, mi avvio sulla lunga cresta le cui elevazioni si perdono indistinte nel gioco delle nuvole.
Dai 2.004 metri del Monte Ginepro rasento le alte pareti che precipitano nel Vallone del Rio e sorvolo in rapida sequenza i monti Cappello, del Passeggio e Pratillo, alle cui pendici l’inaspettato e piacevole incontro col Grandissimo Appenninista Claudio Cecilia. Quattro chiacchiere di montagna e mi arrampico infine sulla piramide del Pizzo Deta, dove, scaldato da un pallido sole, è tempo di una pipa, con lo sguardo sui boschi infiammati di Prato di Campoli.
Costeggio ora l’alto circo glaciale del Vallone di Peschiomacello e governando lungo la panoramica cresta della Rava della Guardia, m’introduco di nuovo nel lungo Vallone del Rio che dalle altitudini invernali mi riporta a Rendinara fra umide e silenti faggete autunnali, pressate fra torreggianti pareti rocciose.
Spettacolari e solitari questi Ernici, a torto troppo trascurati.