Monte Giano
Quota 1.820 m
Data 5 gennaio 2013
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.115 m
Distanza 13,24 km
Tempo totale 5:17 h
Tempo di marcia 4:07 h
Cartografia IGM 139 III NE Monte Giano
Descrizione Dalla Madonna delle Grotte (740 m) per la chiesetta della Madonna della Julia (1.325 m, +1,07 h), il Rifugio Cardellini (1.342 m, +2 min.), la Croce di Monte Giano (1.782 m, +56 min.) e la vetta (+20 min.). Ritorno per la cresta sud-est, su traccia esile ma sempre evidente, per il Colle Marzo (1.485 m), la Sella di Colle Marzo (1.320 m, +50 min.) e poi per il sentiero di nuovo segnato che poco dopo scende a sinistra nel Fosso della Mozza fino alla sterrata (1.170 m, +12 min.) e di lì a Vignola (778 m, +30 min.) e alla Madonna delle Grotte (+10 min.). Giornata serena; Rifugio Cardellini accogliente e in ottime condizioni; neve gelata fra la Croce di Monte Giano e Monte Giano.
017 Madonna delle Grotte
016 Gran Sasso da monte Giano
014 Laga da monte Giano
013 Da monte Giano
012 Cavalli
011 Terminillo da Croce di monte Giano
008 Rifugio Cardellini
007 Rifugio Cardellini
006 Rifugio Cardellini
005 Chiesetta Madonna della Julia
002 Chiesetta Madonna della Julia
Monte Giano, 5 gennaio 2013. I gioielli della corona del nostro incredibile Appennino sono sicuramente le sue vette più elevate, quelle inserite nei suoi parchi nazionali e frequentate dalla maggioranza degli escursionisti; a queste fanno da ornamento un diadema di vette minori, a volte sconosciute ma sempre sopra la fatidica quota dei 2000 metri; esiste poi un tesoro di montagne (e sono la maggioranza) che questa quota non raggiungono, ma navigano nel limbo fra i 1000 e 2000 metri e forse costituiscono quanto di più genuino e vero esiste nel carattere dell’Appennino. Conoscere queste vette, esplorare le loro valli, calcare i loro sentieri, vuol dire entrare nella parte più profonda e sconosciuta di queste montagne.
Ed è con questo spirito che mi sono avviato alla scoperta del monte Giano, massiccia elevazione alta su Antrodoco e le gole del Velino, nota ai più per la scritta DVX, realizzata nel 1939 con un impianto di ventimila pini dalla Scuola Allievi Guardie Forestali di Cittaducale. Nonostante la quota di appena 1.820 metri, questa cima regala sentori e vedute degni di ben più elevati rilievi, accompagnate a una solitudine che ben si attaglia ai frequentatori di montagne. A iniziare dalla deliziosa chiesetta della Madonna della Julia, in bilico sulle rocce strapiombanti verso Antrodoco e prossima all’accogliente rifugio Cardellini, proprio sul bordo della scritta dedicata al mascellone e vero esempio di come potrebbe essere il nostro Appennino se solo lo si volesse: in ottime condizioni, pulito, ordinato e con piatti, bicchieri e bottiglie di vino pronte sul tavolo appena si entra. E poi, dopo faticosa e appagante salita, si accede alla rotonda vetta, dalla quale sorge la vista sul vicino Terminillo e i più lontani Sibillini, Laga e Gran Sasso, che da questa prospettiva ha una forma che si stenta a riconoscere.
Per il ritorno si può realizzare un anello affrontando la facile cresta sud-est, con traccia flebile ma sempre evidente, che si avvicina al monte Calvo e dopo una rapida discesa nel fosso della Mozza, porta in breve alla strada e da lì al punto di partenza.
Insomma, anche quando finiranno questi 2000, ce ne sarà ancora molto da camminare!