Monti Invisibili
monte velino
Queste numerose cime sono gli aspri limiti come di un muro che circonda una terra strana, incolta, primitiva, poco lontana da Roma in miglia, incalcolabilmente lontana in ogni altra cosa; ma attraversare questa ineguale frontiera è un ritrovare noi stessi, nella prima delle molte difese contro la vita di oggi, la vita di pianura.
Se poi uno s’inoltra per un po’ nel cammino, dai più alti clivi del monte Velino, che ha tre cime, riuscirà a vedere con meraviglia e sgomento questa terra, una catena sull’altra, una barriera sull’altra, un altopiano separato dall’altro, una quantità di strette vallate e di elevati territori, stranieri gli uni agli altri. Per tutte le popolazioni intorno il Velino è un amico: raccolgono erbe medicinali nelle sue alture e guardano su ad esso per una guida.

Anne MacDonnell, Negli Abruzzi (anno 1908), Adelmo Polla Editore
ferrovia sulmona carpinone
Questa da Sulmona a Isernia e a Napoli è meravigliosa nella prima parte del suo percorso; il treno vi fa passare dolcemente lungo Pettorano e poi facendovi quasi girare di nuovo dietro Sulmona, vi porta ad Est lontano, dentro la Maiella, dove sembra smarrirsi; si nasconde, riemerge, rimane spesso sull’orlo di un precipizio e poi va su di una cima spoglia, a Campo di Giove, dove una volta ci fu un tempio dedicato al grande Giove.

Anne MacDonnell, Negli Abruzzi (anno 1908), Adelmo Polla Editore