Monti Invisibili

Anello dei Falisci

Quota 218 m

Data 13 gennaio 2018

Sentiero parzialmente segnato

Dislivello 446 m

Distanza 16,53 km

Tempo totale 5 h

Tempo di marcia 4:10 h

Cartografia Carta escursionistica Parco del Treja

Descrizione Dal Km 5+000 della SP 16/b (182 m) per la Fonte di Virginio (160 m, +10 min.), l’incrocio con il sentiero 001 Lungo Treja (157 m, +5 min.), Mazzano Romano (169 m, +43 min.), il ponticello sul Treja sotto Mazzano (130 m, +8 min.), la Necropoli del Cavone (190 m, +30 min.), Monte Li Santi (214 m, +12 min.), il Fosso della Mola di Magliano, l’insediamento falisco di Narce (201 m, +45 min.), il santuario falisco di Monte Li Santi (101 m, +15 min.), il ponte tibetano sul Treja (105 m, +8 min.), Mazzano Romano (+25 min.) e la macchina per il sentiero dell’andata (+49 min.).

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Traccia GPS

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027 Ponte tibetano sul Treja

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026 Ponte tibetano sul Treja

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025 Ponte tibetano sul Treja

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024 Calcata

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023 Verso Narce

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022 Fosso della Mola di Magliano

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021 Fosso della Mola di Magliano

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019 Monte Li Santi

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018 Lago Monte Li Santi

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017 Necropoli del Cavone

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016 Necropoli del Cavone

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015 Necropoli del Cavone

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013 Verso Necropoli del Cavone

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012 Verso Necropoli del Cavone

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011 Verso Necropoli del Cavone

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010 Mazzano Romano

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009 Mazzano Romano

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008 Mazzano Romano

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007 Mazzano Romano

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006 Mazzano Romano

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005 Mazzano Romano

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004 Mazzano Romano

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003 Verso Mazzano Romano

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002 Verso il Treja

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001 Inizio sentiero 004

Anello dei Falisci, 13 gennaio 2018. C’è chi ne ha una per ogni occasione da rispolverare all’occorrenza: per la passeggiata, per il trekking, per il viaggio lungo o quello corto, per il caldo e per il freddo. C’è chi invece la compila ogni volta lì per lì. Ma una lista ce l’hanno tutti, viaggiatori e camminatori, per vivere con maggior serenità i preparativi per la partenza e anche per non dimenticare nulla.

D’altronde, accanto al tassonomico desiderio di catalogazione tipicamente umano – un bisogno quasi fisiologico di ordine e controllo – la lista accompagna diversi momenti della nostra vita: quella della spesa, delle cose da fare, degli appuntamenti, dei buoni propositi. E sicuramente, oltre alla funzione pratica immediatamente percepibile, ne possiede anche una psicologica, di farci sentire più tranquilli, quasi come se quello che abbiamo solo elencato lo avessimo già fatto. Senza dimenticare la soddisfazione di depennare con un bel rigo il compito già svolto.

L’argomento è di tale rilevanza che anche Umberto Eco se n’è occupato nel suo libro Vertigine della lista, concludendo che lo scopo di tali elencazioni è quello di sconfiggere la morte, che ci limita impedendoci di esplorare tutto l’infinto; insomma, ci piacciono le liste perché non vogliamo morire. Noi, appassionati di passeggiate e di montagna diciamo invece: ci piacciono le liste perché vogliamo camminare!

Spuntata allora la mia lista da campagna, ci avviamo di nuovo in esplorazione di quel regno falisco imperniato sulle profonde forre del Treja, misteriose e affascinanti come questo popolo che viveva a cinquanta minuti di automobile da dove abito.

Un monocolore bosco invernale ci inghiotte, portandoci in breve alle gorgoglianti acque del Treja. Il sentiero, sovente scavato nel tufo, costeggia in saliscendi il fiume, che a tratti romba e ruggisce sul fondo della gola, altre si allarga a placido fiumicello.

Antiche tombe divenute nel tempo vecchie grotte, remoti terrazzamenti e siamo alle assolate mura di Mazzano Romano, appollaiate su uno sperone alto sulla forra. Un cappuccino e un cornetto nel minuscolo bar del paese invitano alla chiacchiera con altri avventori.

Abbandoniamo la luce per il buio della valle, dove l’abitato si riflette tremulo nelle acque del fiume. Costeggiando altre tombe, lungo una tagliata gradinata, il sentiero si trasforma in carrareccia e infine una ripida scalinata ci deposita alla Necropoli del Cavone, luogo di sepoltura della vicina città falisca di Narce.

Ci aggiriamo a lungo per le antiche tombe prima di andare a cercare altri resti sulla cima di Monte Li Santi: poche squadrate pietre sparse e molti rovi.

L’ombroso Fosso della Mola di Magliano ci conduce infine alla salita per l’antico abitato di Narce, dove, con vista sulla rupe di Calcata, poggiamo infine le membra per una veloce merenda.

È tempo di volgere gli scarponi verso il ritorno, lambendo il santuario falisco di Monte Li Santi e attraversando il dondolante ponte tibetano sul Treja.

Necessaria e rilassante passeggiata, ma l’animo anela di spuntare nuovamente la lista per la montagna invernale.