Monti Invisibili

scegliere batterie

 

Scelta delle batterie

Qualche giorno fa camminavo in montagna lungo una panoramica e solitaria cresta di fronte al Gran Sasso. A una sella, guardo l'ora, faccio il punto con il GPS e quindi tiro fuori la fotocamera digitale, per immortalare l'ampia prospettiva sulla parete sud del Corno Grande. E lì ho iniziato a considerare quanti apparecchi a elettricità avevo appresso, pur nel mio limitatissimo bagaglio da trekker amante della semplicità e della natura: fotocamera digitale (7,4 V), telecomando per la suddetta (3 V), GPS (3 V), orologio (3 V), cellulare (3,7 V), torcia (4,5 V); per un totale di nove batterie più cinque di riserva e 25 volt globali. Ed ero solo uscito a fare una passeggiata.

E allora con tutti questi accessori succhia energia che ci accompagnano durante le nostre giornate all'aria aperta, è fondamentale scegliere le batterie più adeguate al tipo di apparecchio utilizzato. Prima di tutto però impariamo a conoscere le sigle che le contraddistinguono: AAA ministilo, AA stilo, C mezzatorcia, D torcia; tutte con tensione di 1,5 volt; 1,2 volt per le ricaricabili.

 

Batterie primarie Sono quelle non ricaricabili, adatte per tutte le applicazioni anche grazie alla loro limitatissima o inesistente autoscarica.

Salina La classica ed economica pila zinco-carbone, adatta per apparecchi che richiedono poca energia (telecomandi, sveglie, radio portatili).

Alcalina Zinco in polvere e biossido di manganese ad alta purezza per questa batteria con una durata fino a quattro volte superiore a quelle saline. Praticamente priva di autoscarica, è destinata alle applicazioni più gravose (torce, lettori CD, videogiochi, fotocamere, cacciaviti elettrici).

Litio La durata fino a sette volte superiore a quelle alcaline la rende ideale per l'uso intensivo su apparecchi digitali con elevato assorbimento (flash, fotocamere, computer palmari, GPS).

 

Batterie secondarie Quelle ricaricabili, utilizzabili centinaia di volte, con un notevole contributo al risparmio e all'ambiente.

Nichel-Cadmio (NiCd) Di elevata capacità, sono altamente nocive per l'ambiente e sono caratterizzate da una notevole autoscarica e dall'effetto memoria: se la carichiamo o scarichiamo solo parzialmente, sarà poi impossibile farlo al 100%. Per garantire la migliore efficienza, la prima ricarica deve durare molte ore (telefoni cordless spazzolini, rasoi, illuminazioni d'emergenza).

Idruro metallico di nichel (NiMH) Stanno progressivamente sostituendo quelle al nichel-cadmio. A parità di dimensioni forniscono mediamente il 25% in più di energia, ma durano circa tre volte meno e sono di ricarica più lenta. Inoltre soffrono meno dell'effetto memoria, ma si scaricano anche se non utilizzate e bisogna evitare di scaricarle completamente.

Ioni di litio (Li-ion) Durata doppia rispetto alle NiCd con analoghi tempi di ricarica e assenza dell'effetto memoria. Ideali per fotocamere digitali, con una durata di circa 1.000 cicli di ricarica. Sono dotate di un circuito interno di controllo che può stararsi, impedendo alla batteria di erogare tutta la sua energia. Se si ha questo sospetto, per resettarlo è sufficiente scaricarla totalmente.

 

Nel campo delle batterie ricaricabili da segnalare le Panasonic Eneloop: praticamente prive di autoscarica, dopo tre anni di stoccaggio mantengono ancora il 70% della carica, motivo per cui vengono vendute già pronte all'uso. Sono inoltre garantite per 1.500 cicli di ricarica rispetto a 1.000 delle altre batterie. Sono disponibili in formato AA e AAA, con potenze rispettivamente di 2.000 e 800 mAh (circa 12 euro 4 pile).

 

Un occhio all'ambiente Produrre energia è relativamente facile, immagazzinarla per successivi impieghi clamorosamente di meno, e la pila elettrica è quanto di più antieconomico e inefficiente esiste nel settore energetico. Dalla produzione, che richiede il consumo di molte risorse di un certo valore e spesso coinvolge anche sostanze chimiche pericolose; all'impiego, che difficilmente ci consentirà di utilizzare tutta l'energia immagazzinata; al successivo e indispensabile smaltimento, che permette anche di recuperare parte dei componenti per usi futuri. Le batterie esauste contengono infatti diversi metalli pesanti e sono a tutti gli effetti dei rifiuti pericolosi che non devono assolutamente finire in discarica o peggio nell'ambiente e vanno quindi smaltite negli appositi contenitori, purtroppo non sempre facilmente reperibili. Basti pensare che un grammo di mercurio, ancora presente in molte batterie, può inquinare 1.000 litri d'acqua.

 

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