Monti Invisibili

Traversata dei Lucretili

Quota 1.368 m

Data 26 aprile 2021

Sentiero parzialmente segnato

Dislivello in salita 1.043 m

Dislivello in discesa 1.054 m

Distanza 21,90 km

Tempo totale 6:15 h

Tempo di marcia 5:31 h

Cartografia Il Lupo Lucretili

Descrizione Con il bus Cotral da Roma Tiburtina a Monteflavio (816 m). Poi per il Fosso del Piano, il Rifugio Casa del Pastore (1.002 m, +52 min.), Monte Pellecchia (1.368 m, +40 min.), la doppia Cima dei Coppi o La Morretta (1.213 e 1.214 m, +1,23 h), il Santuario di Santa Maria di Vallebona (879 m, +1,07 h), Orvinio (809 m, +25 min.), l’Abbazia di Santa Maria del Piano (682 m, +27 min.) e ritorno a Orvinio (+37 min.). Cotral per Tivoli e treno per Roma. Magnifica e solitaria traversata senza problemi di percorribilità e orientamento. Avvistato un scoiattolo nero.

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Traccia GPS

07lucretilidislivello
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043 Orvinio Monte Velino

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042 Gatto con piuma

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041 Me

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040 Abbazia di Santa Maria del Piano

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039 Abbazia di Santa Maria del Piano

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038 Abbazia di Santa Maria del Piano

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037 Abbazia di Santa Maria del Piano

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036 Abbazia di Santa Maria del Piano

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035 Abbazia di Santa Maria del Piano

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034 Abbazia di Santa Maria del Piano

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033 Abbazia di Santa Maria del Piano

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032 Orvinio

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031 Orvinio

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030 Orvinio

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029 Santa Maria di Vallebona

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027 Fonte del Mortale noria

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026 Fonte del Mortale noria

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025 Tarassaco

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024 Cima dei Coppi

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023 Cima dei Coppi

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022 Cima dei Coppi

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021 Verso Cima dei Coppi

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020 Casale Bruciato e Percile

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019 Verso Cima dei Coppi

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018 Verso Cima dei Coppi

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017 La Forcella

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016 Verso La Forcella

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015 Anemoni

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014 Verso La Forcella

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013 Verso La Forcella

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012 Monte Pellecchia

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011 Monte Velino

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010 Monteflavio e Palombara Sabina

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009 Monti Fogliano Soratte Cimino

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008 Monte Gennaro

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007 Verso Monte Pellecchia

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006 Verso Monte Pellecchia

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005 Verso Monte Pellecchia

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004 Albero cervo

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003 Valle del Prete

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002 Valle del Prete

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001 Roma Stazione Tiburtina

Traversata dei Lucretili, 26 aprile 2021. Diciotto anni or sono, in questo giorno d’aprile, mi sposavo; oggi invece sto viaggiando in un’alba appena sbocciata alla volta di Monteflavio, nel Parco dei Lucretili. Giornata iniziata bene oltre ogni aspettativa, riuscendo a trovare d’un colpo sia la fermata che i biglietti del Cotral, autolinea regionale laziale per iniziati, della quale è nota l’estrema ermeticità.

Rosicchiando un trancio di tosta ma gustosa pizza bianca del deserto forno del paese, sono in cammino in una primavera che si affaccia timida sulle fronde e nei prati. Un cielo velato rende più intimo il passo e lascia libero corso ai pensieri.

Scavallo la Serra dei Ricci e sono già in salita sul bel sentiero ombroso che si addentra in boschi di ruvide querce che lasciano presto posto a levigati faggi. Dalla dorsale la via è breve per i 1.368 metri del Monte Pellecchia, persi fra il borgo di partenza e le brume di destinazione.

Inizio a scendere nel bosco su un sentiero solitario e selvaggio dal quale risalii quattordici anni fa durante un’altra traversata. Conservo scarsa memoria, ma la mente non può fare a meno di andare ad Alfredo, compare di quella e di molte avventure di quegli anni. Sicuramente il compagno di cammino con il quale ho avuto la migliore intesa escursionistica: la scelta della direzione, il montaggio della tenda, reperire l’acqua o una birra: tutto naturale, senza bisogno di parlare. Sembrava quasi di essere soli col vantaggio di essere in due; ricordando anche la comune passione per la natura, la pipa, la fotografia. Alfredo ora ha preso la strada della bici, ma chissà se un giorno…

Da La Forcella di Pietra Demone salgo fuori sentiero su tracce ripide e scivolose, fra massi muscosi e alberi contorti. Una breve cengia e sono sulla prima della doppia Cima dei Coppi. Fra le due vette un difendibilissimo terrazzamento erboso, tracce di tegole (i coppi) e gli appena intuibili resti di un tempio dove si praticava il culto di Giove Cacuno, Giove delle Cime.

Dai 1.214 metri della seconda vetta inizio a scendere rapido nel bosco scosceso. Devo arrivare a Orvinio in tempo per il bus delle 14,40. Quello successivo è tre ore più tardi e giungerei a casa dopo cena, cosa non saggia nell’anniversario di matrimonio.

Nella piana di Pietra Demone non ci sono più tracce dell’antico importante villaggio fra i monti, abbondonato intorno al 1400. Intanto la traccia si fa sentiero e poi carrareccia, scortata da fioriture di primule e anemoni.

L’asfalto accelera ora il mio passo che, dopo una breve deviazione per il Santuario (e la fonte) di Santa Maria di Vallebona – dove giungo proprio nell’ora in cui mi sposai – mi conduce al gradevole borgo di Orvinio. Sono ampiamente nei tempi e posso allungarmi verso l’Abbazia di Santa Maria del Piano.

Mezz’ora di cammino ed ecco le antiche mura, edificate con ancora visibili materiali di spoglio di edifici romani e a sua volta spogliata per altre costruzioni, in un ciclo che si ripete. Sotto l’occhio vigile della torre campanaria mangio qualcosa e ho anche il tempo per una pipa.

Riprendo lento il cammino per il paese, dove attendendo il bus, mi aspetta una bottiglia di dissetante Peroni.

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