Sentiero Coleman Simbruini
Quota 1.855 m
Data 23-24 ottobre 2005
Sentiero segnato
Dislivello 2.056 m
Distanza 39,75 km
Tempo totale 16:40 h
Cartografia Il Lupo Simbruini
Descrizione Primo giorno (11,45 h, +1.755 m, -521 m, ~26,625 km): in pullman (ore 7) per Subiaco (355 m, ore 8,05). Poi per i ruderi della Villa di Nerone (453 m), la strada che costeggia l’Aniene, la Mola Vecchia (503 m, +2,10 h), Jenne (834 m, +1,20 h), la fossa dell’Arnaro (1.054 m, +2,20 h), il ponte Renzo (676 m, +2 h), sotto Vallepietra, la fonte Acqua delle Donne (800 m, +30 min.), la prima cona (900 m, +20 min.), la cona di Santo Spirito (1.076 m), il Santuario della S.S. Trinità (1.340 m +1,20 h) e il passo del Procoio (1.580 m, +1 h, ore 19,50), dove abbiamo allestito il campo con attrezzatura Coleman.
Secondo giorno (4,55 h, +301 m, -1.070 m, ~13,125 km): dal Passo del Procoio (ore 9,05) per fonte della Fossagliola (in loco fonte Scifi, 1.687 m, +15 min.), monte Autore (1.855 m, +30 min.), Le Vedute (1.751 m, +15 min.), la valle di Monte Autore, il pianoro di Camposecco (1.332 m, +1,15 h), le casette di Camposecco (1.322 m, +10 min.) e Camerata Nuova (820 m, +1,40 h, ore 14). Pullman per la Tiburtina (ore 14,50) e per Roma (ore 15,15).
Traversata in gran parte su carrarecce e strade sterrate; sentiero ben segnato con segnavia biancorosso, a volte giallorosso, a volte con simbolo SC. Punti di difficoltà: dopo la Mola Vecchia fare attenzione ai segni, salire brevemente e seguire la carrareccia a mezza costa verso destra fino al fosso del Faito; al primo fosso dopo Jenne fare bene attenzione ai segni e cercare la via leggermene a sinistra del fosso.
Traccia GPS
014 Verso Camerata Nuova
013 Monte Autore
012 Fonte della Fossagliola
011 Verso Fonte della Fossagliola
010 Passo del Procoio
009 SS Trinita
008 Verso SS Trinita
007 Verso SS Trinita
006 Verso SS Trinita
005 Vallepietra
004 FraJ enne e Vallepietra
003 Segnale CAI
002 Jenne
001 Coleman Mandria nella campagna
Sentiero Coleman Simbruini. Non sappiamo come Coleman sia arrivato a Subiaco nella tarda primavera del 1881: sicuramente non con un'automobile, e inizia appena ad albeggiare quando in una calda giornata autunnale la corriera ci deposita a Subiaco. Una robusta colazione e alle 8 siamo in cammino verso i ruderi della villa di Nerone. Poco dopo abbandoniamo la strada asfaltata per una carrareccia sulla destra che costeggia lungamente l'Aniene in un solitario paesaggio ancora pienamente estivo, sorvolato appena da qualche pigro airone. Due ore di confortevole cammino e siamo alla Mola Vecchia, dove iniziamo a salire agli 820 metri di Jenne, posta su uno sperone roccioso a picco sul fiume.
Se è piacevole camminare zaino in spalla fra valli e sentieri, viva è l'emozione quando si giunge a piedi dalla campagna in un centro abitato: una sosta per rifocillarsi, quattro chiacchiere con gli abitanti e poi, via! zaino in spalla si è di nuovo soli nei boschi.
Lasciamo ancora l'asfalto al vicino bivio sulla sinistra e ci avviamo su un sentiero che ora si fa più stretto, attraversando una zona ricca di campi coltivati delimitati da antichissimi muretti a secco. Saliamo in un ambiente di aceri e faggi, arrossato dei colori dell'autunno; a quota 1.054, a 2 ore di cammino da Jenne, incontriamo la pozza dell'Arnaro, ricca d'acqua e di tracce di animali, e iniziamo una lunga discesa nel bosco. Scavalchiamo un torrente e finalmente riprendiamo una sterrata che in poco più di due ore ci fa transitare appena sotto il roccioso abitato di Vallepietra.
Poco dopo, alla fonte dell'Acqua delle Donne, attacchiamo l'ultima ripida salita per il Santuario della Santissima Trinità. Siamo ora sulle tracce dell'antico percorso seguito dai pellegrini che da Vallepietra raggiungevano la Trinità e da qui proseguivano per Campo della Pietra. Il sentiero è una sorta di via crucis montana, disseminata di croci e piccole cappelle votive. Raggiungiamo il passo e illuminato dagli ultimi raggi del sole si apre improvvisa la spettacolare vista del luogo sacro, abbarbicato su un balcone di roccia. Della moltitudine di fedeli che lo hanno affollato durante il giorno sono rimaste sono le innumerevoli candele, che con le ultime fiamme donano suggestioni particolari al nostro passaggio.
Riprendiamo il cammino nel bosco e in un'ora siano al passo del Procoio, dove finalmente, a notte fonda, piantiamo la tenda. Immersi nella bolla di luce della lanterna prepariamo la cena, mentre a valle luccicano lontane le luci di Vallepietra. In una notte tutt'altro che silenziosa, per i numerosi versi di animali, ci ritiriamo presto nel nostro riparo di tela: marca Coleman, naturalmente!
Sono le sette del mattino quando riprendiamo il cammino circondati dalle valli e dalle vette ieri sera inghiottite dal buio e oggi illuminate dal sole. Il sentiero segue costantemente le tracce dei pellegrini che per secoli da Subiaco si sono diretti verso il santuario. Non ci vuole molto per giungere alla fresca fonte della Fossagliola (o fonte Scifi, come è indicata in loco), a 1.687 metri di quota, e poi in breve, fra croci e lapidi votive, ai 1.855 metri del monte Autore. Il punto più elevato della nostra traversata è un eccezionale punto panoramico sui boschi dei monti Simbruini e sul vicino massiccio del Velino.
Scendiamo rapidamente verso Le Vedute, salutiamo l'ultima vista sulla Trinità e dal ponticello sulla destra iniziamo la lunga discesa nella valle dell'Autore: cinque boscosi chilometri in un ambiente particolarmente placido e sereno. L'ombrosa foresta lascia lentamente il posto a soleggiate praterie e improvvisamente si apre sulla sconfinata distesa di Campo Secco, sulla quale si muovono tranquille mandrie: un paesaggio dove sicuramente si sarà piantato il cavalletto di Coleman. Dagli ampi e soleggiati prati una serie di saliscendi attraversa una successione di valli e radure, che ora si allargano ora si stringono, dando riparo a mandrie su mandrie di mucche e cavalli; i crinali sono bordati di faggi già rossi e gialli per l'autunno incipiente.
Un pastore arriva a cavallo: scende, raccoglie dei funghi, ci saluta e, abbandonata la cavalcatura al pascolo, ci accompagna chiacchierando nella breve discesa verso Camerata Nuova: un borgo perso nel tempo. Una birra nell'unico bar del paese e siamo già sulla corriera per Roma.
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