Monti Invisibili

Monte Gennaro

Quota 1.275 m

Data 13 dicembre 2020

Sentiero segnato

Dislivello 681 m

Distanza 19,13 km

Tempo totale 8:11h

Tempo di marcia 5:47 h

Cartografia Il Lupo Lucretili

Descrizione Da Prato Favale (850 m) per la Valle Cavalera, la chiesetta abbandonata (1.021 m, +52 min.), il Pratone, Monte Gennaro (1.275 m, +53 min.), il Rifugio Monte Gennaro (1.165 m, +15 min.), di nuovo Monte Gennaro (+15 min.), il Pratone, la fonte bassa di Campitello (1.025 m, +1,20 h), Grotta Petrunilla (1.020 m, +12 min.), il Pratone (+50 min.), la Valle Cavalera e Prato Favale (+1,10 h). Splendida passeggiata fra boschi invernali e cime panoramiche con vista sui monti innevati del Terminillo, Velino, Laga, Gran Sasso e Vettore.

06gennarolog

Traccia GPS

Carta sentieri

07gennarodislivello
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034 Monte Gennaro scout Pinguini

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032 Il Pratone scout

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031 Il Pratone

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030 Grotta Petrunilla

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029 Campitello

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028 Me

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025 Palombara Sabina

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024 Rifugio Monte Gennaro

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023 Rifugio Monte Gennaro

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022 Terminillo

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021 Monte Velino

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019 Monte Gennaro

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018 La Torretta

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017 Terminillo

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015 Verso Monte Gennaro

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014 Verso Monte Gennaro

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013 La Troscia

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012 La Troscia

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010 Il Pratone

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009 Monte Pellecchia

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008 Il Pratone

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007 Il Pratone

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006 Valle Cavalera

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005 Valle Cavalera

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004 Valle Cavalera

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002 Valle Cavalera

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001 Da Prato Favale

001dapratofavale

000 Prato Favale scout

Monte Gennaro, 13 dicembre 2020. Io sul Monte Gennaro – quella cima triangolare ben visibile da Roma – ho mosso i miei primi veri passi montanari. Ero militare lì sotto, all’Aeroporto di Guidonia, e il mio comandante, il colonnello Ferrante, era un appassionato escursionista oltre che capo scout. Così un giorno tre giovani tenentini se ne andarono per sentieri col comandante, arrivarono in cima, poi accesero il fuoco, cucinarono le salsicce e uno di loro non smise più di camminare. Non andò proprio così, ma quasi.

Trent’anni più tardi – e dopo un periodo di piogge finesettimanali che ero pronto per Aversa (sede di uno dei più famosi manicomi criminali) – tocca a me portare un po’ di scout sulla montagna. In effetti devo solo accompagnarli a Prato Favale, così ne approfitto per una sgambata su uno dei gruppi montuosi da me più amati; oltre ad essere a un tiro di schioppo da Roma e molto selvaggio: infatti vanta un tasso di dispersi da fare invidia al Monte Bianco.

Mollata la ciurmaglia sotto una radiosa giornata decembrina, che è anche quella col tramonto più anticipato, ci avviamo con Enrico sul noto sentiero che imbocca presto il chilometro sassoso della Valle Cavalera. Maestosi faggi a candelabro testimoniano dell’antica attività dei boscaioli: la particolare forma deriva infatti dalla capitozzatura operata in passato per ottenere le frasche.

Attraversiamo le ombre lunghe di una galleria ininterrotta di faggi secolari, tempestata di agrifogli e biancospini, e quando trafila la luce siamo sul lago d’erba dello sconfinato Pratone, circondato da sponde di faggi. Incrociamo a lungo sul grande prato smeraldino: a destra la mole candida di neve del Pellecchia, davanti la vetta del Gennaro.

Iniziamo quindi a salire fra vallecole gelate e gobbe cespugliose. E poi la cima, Monte Zappi sulle vecchie IGM, da dove lo sguardo spazia sul mare riverberante e su un Appennino ampiamente innevato.

Una breve discesa per conoscere il rinnovato Rifugio Monte Gennaro, che si rivela però un ristorante albergo di quota, e torniamo sui nostri passi per raggiungere l’ancor più affascinante e remota conca carsica di Campitello, un luogo del cuore per il sottoscritto: non so più quante notti ci ho trascorso in tenda.

Il grande fontanile bifronte (e quello nascosto più in alto) attesta della transumanza di medio raggio di questi pascoli, densi in estate di mucche e cavalli bradi. L’acqua scroscia copiosa, alcuni scout cucinano in una valletta e noi ne approfittiamo per una pipa sotto un caldo sole quasi invernale.

Sfumati gli aromatici miasmi, andiamo di nuovo alla ricerca della Grotta Petrunilla. Giriamo intorno a grandi massi muscosi e finalmente la troviamo: poco più di un buco interrato dove pare si nascondesse il famigerato brigante Petrunilla.

Col sole della stagione che si approssima all’orizzonte è tempo di rientrare. Altri camminatori ci avvertono che i nostri scout sono ancora in vetta e decidiamo di attenderli stesi sul grande prato.

Eccoli che appaiono alla spicciolata: sereni, soddisfatti, ciarlieri e neanche troppo stanchi. Una preghiera tutti insieme e iniziamo a scendere in un bosco che si fa oscuro, con la linea arancione di un luminoso tramonto che risplende sul mare.

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