Monti Invisibili

Campotosto - Vado di Annibale

Quota 2.458 m

Sentiero parzialmente segnato

Dislivello in salita 2.010 m

Dislivello in discesa 1.311 m

Distanza 21,94 km

Tempo totale 10 h

Tempo di marcia 9:17 h

Cartografia CAI Monti della Laga

Descrizione Da Campotosto (1.420 m) per la sella della Laga (1.975 m, +2,15 h), la cima della Laghetta (2.369 m, +1,15 h), monte Gorzano (2.458 m, +55 min.), monte Pelone (2.259 m, +1,27 h), la sella della Solagna (2.200 m, +15 min.), pizzo di Moscio (2.411 m, +45 min.), cima Lepri (2.445 m, +1,10 h) e bivacco al vado di Annibale (2.119 m, +40 min.); discesa a quota 1.989 per rifornimento acqua (35 min a/r). A Campotosto l’attacco del sentiero è sulla sterrata sulla sinistra del curvone prima del cimitero e non quella adiacente al cimitero.

06 decima tappa log

Traccia GPS

07 decima tappa dislivello
07 decima tappa dislivello

009 Sempre vivo ragnateloso

009semprevivoragnateloso

008 Sotto Pizzo di Sevo

008sottopizzodisevo

007 Monte Gorzano

007montegorzano

006 Cresta della Laga

006crestadellalaga

005 Lago di Campotosto

005lagodicampotosto

004 Lago di Campotosto

Sveglia alle 5,30, robusta colazione, e subito in cammino, accompagnati da un tal Silvano, camminatore solitario prossimo ai 78 anni. Discorsi di montagna, di sentieri, di vette, di avventure passate e future. Arrivati ai duemila metri della cresta i nostri passi si separano e intraprendiamo una lunga cavalcata per un crinale di saliscendi, con fantastiche vedute sulle contrapposte pianure.

Che ambiente singolare la Laga, con le sue arenarie orizzontali spaccate in piastrelle e tavelloni che sembrano quasi i resti di antiche fortezze dirute; con i suoi sentieri come una sorta di panoramico balcone dal fondo pavimentato. Una Laga ricca d’acqua e rigogliosa e con tardive chiazze di neve in questa strana estate meteorologica.

Transitiamo per la cima della Laghetta, i 2.458 metri di monte Gorzano (la vetta più alta del gruppo), pizzo di Moscio, cima Lepri (o Jaccio Porcelli che dir si voglia) e finalmente giungiamo ai 2.119 metri del vado di Annibale, dove ci tocca sorbettarci altri duecento metri salita e discesa per procacciare l’acqua.

Tramanda la leggenda che attraverso questo valico, circa un paio di mille anni fa, transitò proprio il condottiero cartaginese con i suoi elefanti, diretto ad affrontare i Romani.

Approntiamo il bivacco, in una valletta riparata, con la sola protezione dei sacchiletto e di alcuni massi, e mentre il sole calante rende lunghe le ombre e fresca l'aria, lo sguardo si perde su un’infinita valle, prima prativa, poi boscosa.

Nel silenzio e la solitudine della montagna il cielo si riempie di stelle e i sogni di fantasmi.

 

Gli uccelli sono spariti nel cielo,

ed ora anche l'ultima nuvola si asciuga.

Sediamo insieme, la montagna ed io,

fino a che solo la montagna rimane.

Li Po

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