Monti Invisibili

Anello della Mentorella

Quota 1.205 m

Data 22 aprile 2017

Sentiero segnato

Dislivello 897 m

Distanza 18,52 km

Tempo totale 7:30 h

Tempo di marcia 5:49 h

Cartografia Il Lupo Monti Prenestini

Descrizione Dal Passo della Fortuna e la Chiesetta rurale di Santa Maria Maddalena (471 m) lungo il Sentiero dei Pellegrini, per la Cascata Parabocio (458 m, +10 min.), la Fontana della Morrella (792 m, +1,15 h) e il Santuario della Mentorella (1.018 m, +45 min.), con visita del complesso religioso (30 min.). Poi lungo il Sentiero attrezzato Kircher alla cima dello Sperone settentrionale dei Monti Caprini (1.030 m, +30 min.) e ritorno (+20 min.). Poi dal Santuario per la cresta dei Prenestini (1.198 m, +20 min.), Monte Cerella (1.205 m, +6 min.), Monte Vincenzo (1.146 m, +17 min.), il bivio a destra (NE) sotto la Spina Santa (1.045 m, +35 min.), la strada sterrata (874 m, +26 min.) e il Passo delle Fortuna (+1,05 h). Sentiero Kircher riservato a escursionisti esperti, attrezzato con catene e una scala, con tratti moderatamente esposti ma con gran numero di alberi cui attaccarsi; punto di difficoltà l’uscita e l’entrata superiore della scaletta. Da evitare con terreno bagnato.

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Traccia GPS

07mentorelladislivello
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067 Ciciliano

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065 Spina Santa

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063 Cresta dei Prenestini

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061 Santuario della Mentorella

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060 Laga e Gran Sasso

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058 Santuario della Mentorella

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055 Sperone settentrionale Monti Caprini

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054 Sperone settentrionale Monti Caprini

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052 Sperone settentrionale Monti Caprini

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049 Santuario della Mentorella

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047 Sperone settentrionale Monti Caprini

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046 Sentiero Kircher

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045 Sentiero Kircher

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044 Sentiero Kircher verso scaletta

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043 Sentiero Kircher verso scaletta

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042 Ciciliano

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041 Sentiero Kircher rampa

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040 Sentiero Kircher prima cengia

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039 Sentiero Kircher inizio catena

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038 Sentiero Kircher cengia ritorno

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037 Sentiero Kircher

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034 Santuario della Mentorella

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033 Scala Santa

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031 Sperone settentrionale Monti Caprini

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029 Scala Santa

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028 Grotta di San Benedetto

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027 Grotta di San Benedetto

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026 Grotta di San Benedetto

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025 Santuario della Mentorella

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024 Santuario della Mentorella

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023 Sentiero dei Pellegrini

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022 Sentiero dei Pellegrini

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019 Fontana della Morrella

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018 Fontana della Morrella

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017 Sentiero dei Pellegrini

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016 Santuario della Mentorella

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015 Sentiero dei Pellegrini

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014 Sentiero dei Pellegrini

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010 Sentiero dei Pellegrini

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009 Sentiero dei Pellegrini

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008 Sentiero dei Pellegrini

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007 Ciciliano

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004 Sentiero dei Pellegrini

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002 Passo della Fortuna

Anello della Mentorella, 22 aprile 2017; 384.963 m. A un anno dall’ultima incursione torno a calcare questo singolare mondo dei Monti Prenestini, panoramica e boscosa catena subappenninica capace di regalare mirabili vedute su più alte vette e sulla campagna romana, piacevolmente coniugate con una sensazione di splendido isolamento.

Sono da poco rintoccate le 7 quando m’incammino solitario dal Passo della Fortuna lungo il Sentiero dei Pellegrini alla volta del Santuario della Mentorella, il più antico tempio mariano d’Italia.

La stagione ormai pienamente primaverile mi dona boschi ornati di foglie luminose e trapuntati da vivaci fioriture, nei quali si aprono a intervalli pittoresche visioni dei borghi sottostanti. Il sentiero si eleva lieve, senza stancare il passo, permettendo alla mente di vagare dove più le aggrada.

La rocciosa Fontana della Morrella mi offre un momentaneo anche se non necessario refrigerio, mentre il santuario già occhieggia sulle cime degli alberi.

Pochi minuti di cammino e dal silenzio della natura entro nell’ancor più penetrante silenzio dell’eremo. Mi aggiro a lungo fra le mistiche pietre che hanno visto anche il pellegrinaggio di Giovanni Paolo II appena eletto al soglio pontificio.

La Grotta di San Benedetto, la Scala Santa ed ecco dirimpetto, affacciato sull’ampia Valle del Giovenzano, lo Sperone settentrionale dei Monti Caprini, roccioso sottogruppo dei Prenestini il cui intricato susseguirsi di contrafforti emerge dai lecci, sviluppandosi a est parallelo alla catena principale.

Una tabella segna l’inizio del Sentiero Kircher, un breve percorso attrezzato realizzato nel 2002 dal CAI di Palestrina e dedicato a padre Athanasius Kircher (1602-1680), dotto gesuita tedesco dai molteplici interessi, il cui cuore è conservato sotto l'altare della chiesa.

Seguendo una puntuale segnaletica, costeggio alcuni locali abbandonati e in breve su terreno scivoloso sono a una balza rocciosa scalettata, aiutata da un cordino blu. La trascuro e continuo a scendere rasentando la grigia parete. Svoltato uno spigolo ecco una catena che facilita la salita su due brevi cenge terrose che danno accesso a una rampa rocciosa appoggiata.

Dalla Sella dello Scoiattolo l’arrampicata torna sentiero, stretto, tortuoso, con qualche limitato punto esposto, sempre aiutato da molteplici essenze arboree cui appoggiarsi. Un aderente roccione inclinato, lanciato sulla sottostante vallata, e arriva la scaletta della Sella dei Gigli. E come il solito, in assenza di validi appigli in uscita, quello che dovrebbe essere il passaggio più facile diventa quello più (moderatamente) complicato della salita. Altri labirintici massi affastellati ed eccomi sull’aerea vetta, proprio di fronte al monastero, dove un gruppo mi guarda e osserva: “Ma lì c’è uno vero! Come c’è arrivato?”.

Sono solo le 11, ma per me è tempo di fave col pecorino e di una meditativa pipa, immerso nel sole, nell’aria e nelle rocce, sfiorato da falchi che mi osservano sospettosi.

Torno sui miei passi, l’entrata sulla scaletta è più facile del previsto e la variante della corda blu mi riporta in breve alla Mentorella.

Mentre m’inerpico verso la cresta dei Prenestini è forte il richiamo di una birra nel vicino abitato di Guadagnolo. Confidando sulla mia (scarsa) conoscenza dei luoghi, devio invece verso nord sull’ondulato crinale, fra boschi e radure solitarie popolate di armenti, e rocciosi balconi affacciati su Roma e sulle vette innevate di Laga e Gran Sasso.

Sotto la Spina Santa uno sbilenco cartello mi indica la via e la segnaletica si fa più rada; sbaglio sentiero un paio di volte, ma poi ecco la carrareccia che a pigre svolte mi riconduce rilassato al Passo della Fortuna.

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