Monti Invisibili
Rifugio Pomilio - Monte Amaro - Pacentro
Quota 2.793 m
Data 30 giugno 2023
Percorso segnato
Dislivello in salita 1.329 m
Dislivello in discesa 2.468 m
Distanza 32,96 km
Tempo totale 10:17 h
Tempo di marcia 8:33 h
Descrizione Dal Rifugio Pomilio (1.892 m) per La Maielletta (2.045 m, +37 min.), la Tavola dei Briganti (2.118 m, +1 h), Fonte Acquaviva (2.100 m, +5 min.), Monte Focalone (2.676 m, +1,20 h), Cima Pomilio (2.656 m, +32 min.), i Tre Portoni (2.653 m, +50 min.) e Monte Amaro (2.793 m, +36 min., 5,15 h dalla partenza). Discesa per la Rava del Ferro fino all’Addiaccio della Chiesa (1.510 m, +1,48 h), poi Guado San Leonardo (1.280 m) e Pacentro (700 m, +1,45 h dal Guado). Bus per Sulmona, bus per Avezzano e treno per Roma. Bellissima traversata di quota fra numerosi branchi di camosci. Incontrate in vetta due ragazze che ci hanno accompagnato in auto a Guado San Leonardo (8,10 km in auto invece di 4,7 a piedi).
204 Sulmona
200 Pacentro
201 Pacentro
200 Pacentro
198 Pacentro
197 Verso Pacentro
196 Verso Pacentro
194 Guado San Leonardo gatto delle nevi
192 Guado San Leonardo gatto delle nevi
191 Guado San Leonardo
190 Rava del Ferro
189 Rava del Ferro
188 Rava del Ferro
185 Monte Amaro
184 Monte Amaro
179 Bivacco Pelino
181 Bivacco Pelino
179 Camosci
178 Verso Monte Tre Portoni
C77 Mucchia di Caramanico
176 Silene acaulis
175 Primo Portone
174 Verso il Primo Portone
173 Verso il Primo Portone
172 Verso Monte Focalone camosci
171 Verso Monte Focalone camoscio
170 Verso Monte Focalone camosci
169 Verso Monte Focalone camoscio
168 Verso Monte Focalone camosci
167 Verso Monte Focalone
164 Verso Fonte Acquaviva
163 Tavola dei Briganti
162 Tavola dei Briganti
161 Verso la Tavola dei Briganti
160 Verso la Tavola dei Briganti
158 La Maielletta
157 Le Murelle
156 Rifugio Pomilio
000 Sesta tappa dislivello
Monte Amaro, 30 giugno 2023. Nonostante il contorno di antenne, il Rifugio Pomilio rimane un luogo piacevole e accogliente. Un toscano alla luce radente del tramonto scopre i particolari di queste montagne e della propria anima, mentre il vicino Mare Adriatico – dal Conero a Vasto – si veste di tutte le sfumature del rosa.
Un coccio bollente di sagne coi fagioli e una piacevole chiacchierata con Francesco, attento gestore del rifugio, che ci racconta del fascino e di tutte le difficoltà di un lavoro come questo, mentre una volpe si affaccia speranzosa alla porta.
Un’alba doppiamente luminosa per il sole che si riflette sul mare, ci vede già di buon passo verso la Maielletta. L’ormai lontano Gran Sasso, ieri rimasto celato tutto il giorno, si fa intravedere oggi nelle brume e noi sorvoliamo veloci la Tavola dei Briganti per giungere alla Fonte Acquaviva alla prima e ultima acqua della giornata. Carichiamo le borracce e attacchiamo con lena il tratto più duro e ripido per i 2.676 metri del Monte Focalone.
Branchi di camosci incrociano il nostro cammino, insieme a fioriti cuscini di Silene.
Finalmente questa poco pronunciata vetta ci da accesso al fantastico ambiente dell’altopiano di quota, regno del vento e dei fossili su questo emerso banco di corallo. La cupola arancione del Bivacco Pelino ci osserva già beffarda in lontananza.
Maciniamo lesti i saliscendi dei tre portoni, lungo tardive lingue di neve. Evitiamo, proprio per neve, il sentiero basso e ci arrampichiamo anche sul Monte Tre Portoni.
Da qui ormai è una breve cavalcata e alle 12,30 siamo in vetta. Questa lunga camminata è compiuta: per noi ormai Gran Sasso e Majella sono un’unica montagna.
Arrivano anche Giulia e Olivia, due giovani e appassionate montanare conosciute poco prima. Racconti di vita e di montagna e per la discesa ci dirigiamo insieme verso la Rava del Ferro: una profonda fenditura sassosa che scende a scapicollo e dove è difficile rimanere in piedi.
Le ginocchia urlano, i piedi dolgono ma alla fine siamo alla loro macchina, dove un goccio di genziana infusa da Giulia suggella la nostra impresa.
A noi aspetta ancora lungo cammino per cercare un mezzo di trasporto per Roma, ma le due simpatiche fanciulle ce lo abbreviano con uno strappo a Guado San Leonardo. Un saluto commosso (incredibile come la montagna renda amici in un breve lasso di tempo) e siamo di nuovo in marcia su prati verdi e fioriti densi del frinir dei grilli.
La Montagna Madre alle nostre spalle si veste di nubi, lanciando tuoni e lampi, mentre il nostro passo diviene duro e pesante.
Finalmente varchiamo le torri di Pacentro e una fontana e una birra mettono fine a questa nostra avventura di cammino.
Ci resta una fortunosa combinazione di bus e treni che via Sulmona e Avezzano ci porterà di nuovo a casa che è da poco scoccata la mezzanotte.
Abbiamo cucito insieme Gran Sasso e Majella, eppure ora mi sembra quasi più incredibile essere saliti sul Monte Amaro ed essere tornati a casa con i mezzi pubblici nella stessa giornata.