Monti Invisibili
Ernici settentrionali
Quota 1.983 m
Data 29 settembre 2023
Sentiero segnato
Dislivello 1.518 m
Distanza 23,71 km
Tempo totale 9 h
Tempo di marcia 8:19 h
Cartografia Il Lupo Monti Ernici
Descrizione Dal cimitero di Guarcino (670 m) per le Sorgenti del Fiume Cosa (1.172 m, +1,30 h), la Valle dell’Agnello, La Monna (1.952 m, +2,05 h), Monte Fanfilli (1.952 m, +22 min.), il Passo del Diavolo (1.903 m, +25 min.), la Cima del Diavolo (1.948 m, +10 min.), la Sella del Pozzotello (1.946 m), il Peschio della Cornacchia (1.983 m, +42 min.), Campo Catino (1.800 m, +37 min.) e Guarcino (+2,28 h). Impegnativa escursione fra boschi immensi e panoramiche creste. Due brevi tratti moderatamente esposti aiutati da corde nella Valle del Cosa suggeriscono il cammino in questo verso.
016 Campo Catino
015 Peschio della Cornacchia
014 Peschio della Cornacchia
013 Sella del Pozzotello
012 La Liscia
011 Passo del Diavolo
010 Monte Fanfilli
009 Campo Catino
008 La Monna
007 La Monna
006 Valle dell'Agnello
005 Valle del Cosa
004 Fiume Cosa
003 Fiume Cosa
002 Fiume Cosa
001 Guarcino
000 Ernici dislivello
Anello della Monna, 29 settembre 2023. Ci risiamo! Ecco che arrivato l’autunno, alle aeree creste e alle verticali crode il mio passo anela più intimi territori di boschi ombrosi e odorosi borghi. È un ciclo che si ripete di anno in anno e che è bene assecondare per trarre il massimo piacere dal mio cammino.
Ma la giornata estiva e le ancora molte ore di luce suggeriscono oggi una via di mezzo fra l’alto e il basso, partendo dal secondo per arrivare al primo.
Guarcino è un piacevole borgo collinare del frusinate ai piedi dei Monti Ernici, ma noi lo abbandoniamo presto lungo deserte stradicciole che s’insinuano nel cuore del massiccio.
C’immergiamo presto in boschi di uno splendore ancora pienamente estivo, rimbombanti delle acque del Fiume Cosa che saltano, girano, s’insinuano in gorge strette e profonde. Le opere idrauliche assecondano e facilitano il passo con camminamenti e scalei a fil di strapiombo, mentre alcune corde aiutano a ingaggiare due tratti un po’ più scivolosi.
Ai 1.172 metri superiamo le argentine e multiple sorgenti del Cosa e il bosco di grandi alberi ombrosi piomba in un silenzio irreale: non un cinguettìo, un gracchio, un fruscìo, solo il calpestio dei nostri passi sulle foglie croccanti.
Una netta svolta ed entriamo nella Valle dell’Agnello, con un sentiero che principia a salire deciso in un susseguirsi di brevi radure e rari patriarchi arborei.
Fronde luminose anticipano il nostro arrivo in cresta, avvolta fra nembi incipienti che ci scortano ai 1.952 metri della grande croce de La Monna. Campo Catino occhieggia già lontano fra le nuvole, al termine di una lunga falce di cresta.
Riprendiamo agili il cammino fra alterne vedute che si spingono verso il possente Viglio da una parte e la lunga profonda valle che abbiamo percorso dall’altra.
Monte Fanfilli, Cima del Diavolo, Peschio della Cornacchia: la pietrosa cresta è un susseguirsi di vette, interrotte dalla serena conca di Campovano, densa di armenti al pascolo e dove anche noi ruminiamo il desco.
Le orride costruzioni del comprensorio sciistico di Campo Catino pongono fine alla nostra camminata di quota. Se questi luoghi sono pure accettabili sotto il pietoso manto nevoso, quando ne sono liberi mostrano tutta la loro orribile nudità.
Fra costruzioni abbandonate, cavi sfilacciati e pulegge arrugginite, iniziamo una boscosa e interminabile discesa fra grandi faggi e cespugli di more che infine ci riconducono alle due rinfrescanti fontanelle di Guarcino.