Monti Invisibili
Tre uomini in barca (per tacer del cane)
L’idea del compassato autore britannico Jerome K. Jerome era quella di redigere una dotta guida turistica del Tamigi. Ma una volta che l’editore fece fuori tutte le digressioni storico-letterarie, rimase tutta una serie di spesso involontarie gag umoristiche che resero il libro uno dei più divertenti della storia. Mitici i racconti sull’ipocondria, sullo zio Podger che appende un quadro, sul fornelletto da campo o sul montaggio della tenda. Un capolavoro senza tempo da leggere e rileggere.
“Ho sempre l’impressione di fare più di quanto non mi spetti, io. Non che sia nemico del lavoro, intendiamoci; adoro il lavoro: mi affascina. Sono capace di starmene per ore e ore a guardarlo. E mi piace tenermelo vicino: l’idea di sbarazzarmene, quasi mi spezza il cuore. E non ne ho mai di troppo; accumulare il lavoro è diventato quasi una passione, in me: il mio studio è talmente pieno di lavoro, ormai, che difficilmente si potrebbe trovare lo spazio per mettercene ancora. Tra poco, sarò costretto ad ampliare la casa.
E con quanta cura custodisco il mio lavoro! Diamine, una parte del lavoro che ho presso di me si trova in mio possesso da anni e anni, e non c’è sopra nemmeno una ditata. Sono estremamente orgoglioso del mio lavoro; ogni tanto, lo tiro fuori e lo spolvero. Nessuno meglio di me tiene il proprio lavoro in perfetto stato di conservazione.
Ma per quanto io sia avido di lavoro, mi piace essere giusto. Non ne chiedo più di quanto non me ne spetti.
Senonché, mi capita di ottenerne senza richiederlo... così, almeno, mi sembra... ed è una cosa che mi preoccupa”.
Jerome K. Jerome, Tre uomini in barca (per tacer del cane), Rizzoli