Monti Invisibili

Il richiamo della foresta

Ai miei tempi era un classico per bambini e invece è un libro crudo, a tratti brutale, che assorbe e si legge tutto d’un fiato. Il cane Buck dalla tranquilla esistenza californiana alla dura e selvaggia vita nelle terre del nord durante la corsa all’ora del Klondike. Una riscoperta progressiva della propria natura che lo libera dalle convenzioni e dalle pastoie della civiltà e lo riconsegna a una vita libera e selvaggia.

 

“Questo primo furto mise in evidenza che Buck era capace di sopravvivere nell'ostile ambiente del Nord: mise in rilievo la sua capacità di adattamento alle mutevoli condizioni, la cui mancanza avrebbe significato morte pronta e terribile. Nello stesso tempo segnò la decadenza o addirittura lo sfacelo delle sue qualità morali, vano ingombro nella selvaggia lotta per l'esistenza. Nel Sud, sotto la legge dell'amore e dell'amicizia, il rispetto della proprietà privata e dei sentimenti personali erano buone cose; ma nel Nord, sotto la legge del bastone e della zanna, chi avesse dato importanza ad esse sarebbe stato un pazzo, e finché le avesse osservate avrebbe avuto ben pochi vantaggi”.

 

Jack London, Il richiamo della foresta

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