Monti Invisibili

Il filo di Arianna

“Una sana aria di attesa, punteggiata d’ansia, lega con complicità gli sguardi di noi tre, venuti fin quaggiù per non doverci rifugiare una volta ancora, infreddoliti e tremanti, nel nostro piccolo mondo corazzato di abitudini rassicuranti...”. Viaggiare è soprattutto questo, dicono le pagine de Il filo di Arianna, diario di un’avventura alla scoperta dei mille volti dell’uomo, cominciando da sé stessi. A trent’anni o poco più Roberto Milo Rouselle aveva girato – da solo o quasi, zaino in spalla e pipa in tasca – Kenia, Islanda, Egitto, Scandinavia, Grecia, Alaska, Tunisia, Fær Øer, Algeria, Shetland: dai suoi ricordi emergono a tutto tondo, con l’incanto dell’esploratore e il disincanto dell’osservatore, luoghi e persone tratteggiati con insolita acutezza e un perenne spirito di ricerca e di confronto. Il volume è stato edito nel 1998 e può essere difficile reperirlo in libreria.

 

“Può capitare che le buie e lunghe serate invernali ci colgano spaesati e spersi perfino dentro casa. Si cerca, allora, rifugio, accoglienza e calore in quattro chiacchere sul divano, in un bicchiere di soddisfacente liquore, ruotandolo verso la luce, studiandone i riflessi e le trasparenze, oppure inseguendo le evoluzioni del fumo che una vecchia pipa ha tratto da del buon Erinmore in fiocchi. Ma inevitabilmente si cadrà nelle pagine scritte di un libro a lungo desiderato oppure, se ne abbiamo la forza e la volontà, tra le pagine bianche di un libro da scrivere, pur sapendo che tutto quello che potremo leggere o scrivere non ci salverà ma ci aiuterà a trovare la pace”.

 

Roberto Milo Rouselle, Il filo di Arianna, Editrice Nuovi Autori

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