Monti Invisibili

Ghiacciai fragili giorgio giua

Ghiacciai fragili
Quante sono le forme del ghiaccio? Per molti solo quelle, dure come il vetro e dai riflessi bianco bluastri, che sono abituati a veder galleggiare nel proprio spritz. Per tanti appassionati di montagna, quelle ideali di un ghiacciaio “dalla polvere fredda dei 4000, alla farina morbida dei 3000, alla granita dolce dei 2000”. Un terreno di gioco da scalfire con la fatica dei ramponi o dove scendere lievi verso valle con gli sci; vivendo le fantastiche morfologiche cromìe degli zero gradi.
Alla seconda categoria – almeno finché non è tornato al rifugio – appartiene Giorgio Giua (direttore di escursionismo della sezione CAI di Roma), che con questo seguito ideale di Giorni diversi (edito nel 2019, sempre per i tipi delle Edizioni del Gran Sasso) ci regala un nuovo sguardo di avventura sulle alte quote, intese non più solo in una prospettiva escursionistica e alpinistica ma anche ambientale.
Una serie di racconti – venati di dolce nostalgia – su una montagna che con il cambiamento climatico sta subendo profondi cambiamenti e dove, di pari passo con lo scioglimento dei ghiacci, diminuiscono o divengono più difficoltose le stesse vie di salita, ma soprattutto si mettono a rischio le possibilità di sopravvivenza delle popolazioni montane.
Con la prefazione di Stefano Ardito, una lettura agile su un viaggio di oltre quarant’anni attraverso i ghiacciai dell’arco alpino e su quello che oggi ne rimane.

 

“… ho bisogno di interpretare la montagna in maniera dinamica. Amo il gesto del camminare, del correre e dello sciare; adoro progredire lentamente usando anche le mani, ma sempre in movimento, con quell’armonia di muscoli tesi sinergicamente verso lo stesso obiettivo: salire senza fermarsi, intuendo in una frazione di secondo la via, dove mettere la mano, dove mettere il piede, senza angoscia, solo con quel filo di tensione che rende tutto più appetitoso, ma avendo la testa libera per guardarmi intorno, per contemplare la bellezza da una prospettiva sempre diversa, in movimento anch’essa”.

 

Giorgio Giua, Ghiacciai fragili, Edizioni del Gran Sasso
 

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